La sostenibile leggerezza dell'arrampicare

PICCOLI BREVI RACCONTI FANTASTICI

Andando avanti e indietro nel tempo, in maniera solo apparentemente disordinata, ho raccolto piccole storie che hanno come palcoscenico la montagna, alta e bassa e come denominatore comune un piccolo gruppo di amici con i quali sono state condivise.

Volevo ringraziarli per le avventure vissute insieme ed il modo migliore che ho trovato è stato raccontarle in maniera divertente prendendoci un poco in giro. A voce sono cose difficili da fare, per uno scalatore.

I nomi dei protagonisti che incontrerete non sono di fantasia e le vicende narrate assolutamente reali nei luoghi nelle date e nello svolgimento per come io le ricordo con la mia infallibile memoria che è stato l’unico supporto dati che ho utilizzato per la ricostruzione storica.

Preoccupante penserete, ma volutamente non ho indagato ulteriormente perché avrei rischiato di mettere a confronto le memorie dei vari protagonisti che come ben potete immaginare essendo memorie di alpinisti sono per definizione infallibili.

Ogni tanto e solo per riordinare meglio alcuni fatti, non avendo mai tenuto un diario di quello che ho fatto in montagna, ho cercato riscontri rovistando nei vecchi caricatori di diapositive e nelle rare stampe sperando di trovare qualche data riportata dal sottoscritto o stampigliata da chi aveva sviluppato i rullini.

La memoria recupera i dati di un momento e a molta distanza li rimanda contaminati dalle emozioni e sensazioni di tutto il nostro vissuto per diventare i nostri ricordi, come vogliamo che siano, belli.

Non si racconta di alpinisti famosi, non ci sono le scalate che hanno fatto la grande storia dell’arrampicata, non ci sono i colossi Himalayani con i freddi polari, le rocce e i venti patagonici o i free solo da milioni di visualizzazioni su youtube.Tutto si svolge sulle alpi di casa nostra, sulle pareti vicino alla città che abitiamo, luoghi dove piccoli viaggi sono stati grandi avventure perché così erano immaginate, sognate e rivedo tutto attraverso quell’approccio un po' scanzonato che ho sempre avuto all’attività dell’arrampicata e, penso, mi abbia consentito nel tempo di mantenere un apparente sano stato mentale.

Le vere e profonde motivazioni dei miei compagni di scalata non le ho mai conosciute e non le conosco, posso immaginarle e basta perché normalmente nessuno parla mai su questo argomento, sono e restano i nostri segreti.

Alla fine resta una avventura che ha diverse esposizioni, come una montagna, e che possiamo, con un poco di curiosità, andare a riscoprire anche senza il ricorso ad un gruppo d’ascolto e lo psicologo.

Buona lettura.