Storie d'arrampicata
Arrampicare e lavorare il legno come suonare uno strumento o scrivere sono tutte forme espressive che mi hanno sempre attratto e in cui mi immergo non appena posso farlo.
La scrittura, in particolare, è legata al mio andare per montagne ad arrampicare e con il passare del tempo mi ha permesso di rivedere il viaggio che ho fatto, che sto per fortuna ancora facendo, da diverse angolazioni, facendo riemergere sensazioni ed emozioni che erano rimaste appannate.
Scrivere dell’arrampicata e delle emozioni provate mi ha fatto riscoprire gli amici della montagna. Ho deciso di chiamarli così perché senza la montagna non ci sarebbero stati, loro. Avrei avuto gli amici del basket o del tennis ma non loro e mi sarei perso quei legami che si creano con i compagni di arrampicata, che sono particolari, diversi da quelli che si sviluppano nella stragrande maggioranza degli altri rapporti.
Ad un certo punto della vita capita che si diventi compagni di gioco, di avventura e col tempo il rapporto si trasforma in amicizia, succede spesso così ma può capitare che non vada sempre in questo modo. Si può restare compagni di avventure per una vita, senza essere amici nel vero senso della parola, perché l’arrampicata è un gioco strano, un gioco in cui ci mettiamo l’anima e che oltre alla condivisione e alla complicità richiede una cosa molto particolare verso i compagni di cordata, cioè di avere totale fiducia in loro.
Questa è la peculiarità del rapporto: in tante situazioni ci chiede di metterci completamente nelle mani dell’altro, di mettere la nostra vita nelle mani di un’altra persona e viceversa e perché la cosa funzioni si deve avere reciproca onestà. Non si diventa più bravi, belli o migliori per questo, è un aspetto semplicemente così potentemente impegnativo che non lascia indenni e crea legami molto forti.
Le storie che racconto sono familiari, nel senso dei loro confini geografici e personali. Storie che hanno radici nella città di origine di quasi tutti i protagonisti e che si muovono sulle pareti vicino a casa.
Storie che attraverso le mie avventure con i miei compagni di gioco parlano delle emozioni provate che non sono più solo mie ma si ritrovano nelle esperienze di tutti quelli che scalano perché le montagne sono solo il mezzo per arrivare a vivere e condividere emozioni che come ho scritto poco sopra, non lasciano indenni.
E infine sono storie divertenti e riportate con uno spirito leggero e scanzonato che è nella realtà lo sguardo che ho sempre avuto riguardo alle mie avventure, avventure nelle quali mi ci sono buttato anima e corpo cercando però di darle il giusto peso perché potessero restare sempre un gran bel gioco.